Keith Haring a Pisa
Le storie di Keith Haring e Pisa si intrecciano nel 1989, quando il pittore e writer statunitense volò nella nostra città per dipingere il murales Tuttomondo sulla facciata esterna della chiesa di Sant’Antonio.
Questa chiesa, che si trova all’incirca tra Piazza Vittorio Emanuele II e l’inizio di Corso Italia, dista pochi metri dall’Hotel la Pace e da sempre suggeriamo ai nostri ospiti di passarci per ammirarla in tutto il suo splendore.
A maggior ragione in questo periodo, mentre si sta tenendo a Palazzo Blu a Pisa una mostra dedicata all’artista che andrà avanti fino al 17 aprile, un’ottima scusa per inserire la nostra città nei vostri programmi dei prossimi mesi!
La storia di Tuttomondo
Ma come è successo che Keith Haring, già famoso in tutto il mondo per le sue opere iconiche, venisse a Pisa a dipingere un’opera unica nel suo genere e fruibile da tutti? L’avventura pisana di Keith Haring nacque da un incontro fortuito tra l’artista e il giovane studente pisano Piergiorgio Castellani, volato a New York col padre durante un viaggio di lavoro. Per le strade della Grande Mela Castellani, appassionato di arte e di Pop Art, incontrò Haring e i due iniziarono a chiacchierare. Fu così che Castellani ottenne un appuntamento nello studio di Haring che si sviluppò poi in un invito a Pisa quando Castellani gli propose di realizzare qualcosa di importante in Italia.
Fu così che nacque il Keith Haring Italian Project, un lavoro corale che coinvolse la Chiesa che mise a disposizione la parete del Convento di Sant’Antonio, il Comune e la Provincia che coordinarono il progetto e l’università che partecipò tramite diversi studenti che aiutarono l’artista.
Tuttomondo fu inaugurato il 20 giugno 1989. Ha una superficie di 180 metri quadri ed è l’ultima opera pubblica realizzata da Keith Haring prima della sua morte. È il simbolo della rinascita di Pisa negli anni ’90 e un inno alla gioia e alla vita.
Tuttomondo è composto da 30 figure concatenate tra loro e ogni personaggio è simbolico e raffigurato in una posa particolare. Ci sono animali antropomorfi, persone stilizzate e l’immancabile bambino a quattro zampe. Tutte le figure hanno un contorno nero e colori acrilici dai toni pastello come riempimento. Tuttomondo veicola un messaggio di pace, felicità e armonia universale.
Keith Haring a Palazzo Blu
Keith Haring è un artista che non ha mai smesso di credere che l’arte fosse per tutti e che avesse il potere di trasformare il mondo infondendo messaggi di pace e di unità. Nato a Reading, in Pennsylvania, nel 1958, studiò arte a Pittsburgh, per poi trasferirsi a New York per frequentare la School of Visual Arts.
Il percorso espositivo adesso in mostra a Palazzo Blu è una collaborazione tra la Fondazione Pisa e Palazzo Blu e la Nakamura Keith Haring Collection e si snoda attraverso nove sezioni tematiche.
La prima sala è dedicata a “Subway drawings” nella metropolitana di New York, perché è lì che Keith Haring ha iniziato la sua opera, procurandosi un gessetto bianco e iniziando a disegnare sopra gli spazi neri per le affissioni pubblicitarie. Quei pochi tratti decisi e puliti diventarono il suo marchio di fabbrica. Keith Haring si sposta poi in superficie e allestisce la sua prima personale per la quale nasce “Fertility”, una serie di cinque opere dedicate alla forza creatrice femminile, oggetto della seconda sala.
A seguire troviamo “The story of red and blue”, una serie di litografie dedicate ai più piccoli, capaci di cogliere il linguaggio immediato e universale dell’artista. La sala successiva è dedicata a “People”, uno dei capolavori di Haring, che raffigura una moltitudine di persone nelle pose più diverse che affollano l’intero spazio della tela. In realtà la tela non avrebbe un titolo, così come la maggior parte delle opere di Haring, che preferiva che fossero le persone a interpretare e trovare un nome alle sue opere in quanto la realtà dell’arte inizia negli occhi di chi la guarda.
C’è poi una parete dedicata a “Icons”, i suoi disegni-icona tra cui troviamo il cosiddetto “bambino radiante”, un neonato a carponi da cui di dipanano raggi. Nella stessa stanza troviamo quattro stampe serigrafiche con “Andy Mouse”, nato dalla fusione di Andy Warhol e Topolino della Disney, due figure iconiche.
Un’altra sala è interamente dedicata alla musica, che ha sempre avuto una grande importanza nella vita di Keith Haring. Nella sua vita realizzò copertine e locandine per vari album, di cui una delle più note è per un album di David Bowie. C’è poi la sezione dedicata ai poster, che si elevano a stato di opera d’arte e non più solo di pubblicità commerciale. Haring si spese per temi importanti come l’omosessualità e l’AIDS, di cui lui stesso si ammalò e morì a soli 31 anni.
La mostra si chiude con una raccolta di serigrafie dal titolo “The Blueprint Drawings”, in cui sono presenti tutte le figure iconiche del suo repertorio figurativo e con le quali crea delle narrazioni che ci parlano dei lati più oscuri della nostra società.
Forse lo avrete capito, abbiamo un debole e un debito di riconoscenza per questo artista, quindi non possiamo che consigliarvi una visita a Palazzo Blu e a Pisa… vi aspettiamo!
Orari di apertura
Lunedì – Venerdì: 10.00 / 19.00
Sabato, Domenica e festivi: 10.00 / 20.00
Ultimo ingresso 45 minuti prima della chiusura.
La prenotazione è fortemente consigliata